Santuario Giovanni Paolo II
Era un sabato di metà ottobre, caldo e soleggiato come molti di quelli che il 2019 ci ha regalato. Ideale per un giro a Campo Imperatore. Dopo pranzo saliamo in macchina e, come spesso capita da quando è nata mia figlia, ancora troppo piccola per poterci permettere lunghe camminate, ma già sufficientemente pesante da non invogliarti a caricarla in spalla, scegliamo di tornare a casa facendo una strada diversa, di “perderci” alla scoperta di luoghi sconosciuti. E devo dire che in questo la mia Regione difficilmente delude. È talmente ricca di bellezze e diversità da sorprenderti sempre. Beh, ad un certo punto leggiamo un cartello che indica la presenza di una chiesa. Decidiamo di imboccare la stradina ed ecco, dopo qualche curva, il piccolo gioiello. Una chiesetta medievale in pietra, con la campana a vista e la corda che a fatica mi son trattenuta dal tirare… un luogo surreale. Un’oasi di pace, con un panorama mozzafiato. Ti senti abbracciato dalle vette del Gran Sasso ben visibili di fronte a te. Il piccolo edificio è costituito da una struttura muraria con una semplice facciata in pietra e con tetto a capanna, sormontato da un campanile a vela dov’è collocata la campana donata nel 2008 dall’Arcivescovo Metropolita di Cracovia.
Vicino al prato che ospita la Chiesa, la statua di Papa Giovanni Paolo II e il fontanile, iI paese poi si compone di pochissime abitazioni in pietra, un tempo dimore di pastori che portavano il bestiame sui prati di alta quota- ci troviamo su un colle, ad oltre 1100 m s.l.m.
Tornata a casa mi sono documentata e ho scoperto che San Pietro della Ienca, questo il nome originario della cappella, nel 2011 è diventato il primo Santuario Europeo dedicato a San Giovanni Paolo II. Il Papa, ancor prima del Pontificato, avrebbe infatti scoperto la chiesetta per caso dopo una giornata sulla neve e, da allora, vi si sarebbe recato in alcune preghiere private. Una di queste fece però notizia perché sarebbe avvenuta solo pochi giorni dopo il malore che ebbe in diretta televisiva. Era la notte della vigilia di Natale del 1995 e, durante la benedizione Urbi et Orbi, i fedeli lo videro andar via dopo aver pronunciato le parole “Scusate devo interrompere, vi benedico”.
Il 29 dicembre sarebbe stato avvistato a San Pietro della Ienca, come testimoniano diversi quotidiani del tempo, anche se la Santa Sede si limitò a confermare il suo recupero fisico.
Oggi il Santuario Giovanni Paolo II, completamente restaurato come l’intero borgo, è meta di pellegrinaggio: conserva una reliquia ex-sanguine del Santo Padre. Inoltre, a pochi passi di distanza, seguendo la strada in discesa, si arriva a “La casa di Karol”, che ospita diversi oggetti e libri sul Papa, nonché il suo soprabito bianco donato dal Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, che fu segretario di Giovanni Paolo II fino alla sua morte.
Ma ci sono a mio avviso almeno altre due buone ragioni per far visita a quest’angolo di Abruzzo.
Per gli amanti del trekking, proprio dalla Chiesa di San Pietro della Ienca parte un sentiero che porta fino all’Aquila.
Inoltre, poco distante, sorge l’eremo di San Franco, un piccolo edificio incastrato nella roccia, costruito in onore del pastore eremita del XII secolo che, secondo la tradizione, fece sgorgare acqua da una roccia per dissetare la madre che si era recata da lui in visita. E proprio questa acqua, la stessa che esce dal fontanile del Santuario Giovanni Paolo II, sembra avere il potere di guarire dalle malattie cutanee.
Roberta
Sitografia